L’utilizzo della Cannabis a scopi terapeutici ha radici antiche come l’uomo, forse anche per il fatto che esistono nel nostro organismo i recettori adatti a queste molecole in quanto noi stessi abbiamo insito un sistema di molecole e di recettori chiamato per l’appunto “endocannabinoide”.
Cosa sono gli endocannabinoidi
Gli endocannabinoidi sono molecole lipidiche derivati da grassi insaturi a lunga catena.
Quelli al momento conosciuti sono i seguenti:
N-arachidonoiletanolamide (anandamide)
2-arachidonoilglicerolo ( 2-AG)
2-arachidonil gliceril etere (noladina, 2-AGE)
Virodamina (O-arachidonoil etanolamina)
N-arachidonoil-dopamina (NADA)
Quando si parla di fitoterapia, non bisogna ragionare in termini di un solo principio attivo (come nei farmaci di formulazione sintetica) ma un insieme di più sostanze chiamato fitocomplesso. Nel caso della Cannabis, il fitocomplesso è composto dai Cannabinoidi (THC CBD etc.), dai terpeni (mircene, limonene etc.), dalle clorofille, dagli alcaloidi e da altri gruppi di sostanze che in totale sono più di 800 molecole.
Come può essere somministrata la cannabis
La cannabis ad uso medicinale è costituita dalle infiorescenze femminili essiccate della pianta di cannabis appartenenti ad una delle varie tipologie genetiche selezionate.
Sono diversi i metodi per somministrare la cannabis a scopo terapeutico:
INALATORIO: attraverso vaporizzazione
ORALE: sublinguale, gengivale ed orale.
TRANSDERMICO: con gel pluronico
OCULARE: tramite collirio sterile
RETTALE: via supposte
VAGINALE: attraverso ovuli
Cannabis Terapeutica: a cosa serve
Sono diverse le indicazioni attualmente riconosciute dalle evidenze scientifiche nell’utilizzo terapeutico della cannabis. Eccone elencate alcune, in ordine alfabetico:
Allergie
Anoressia (da AIDS, da cancro, nervosa)
Ansia
Artrite reumatoide
Asma bronchiale
Depressione
Dolore (neuropatico, oncologico)
Epilessia
Fibromialgia
Glaucoma resistente
Ictus
Malattie autoimmuni (LES)
Malattie infiammatorie croniche intestinali (morbo di Crohn, colite ulcerosa)