I super-cibi a Km zero
I super-cibi a Km ZERO? Verrebbe da immaginare una cucina piena zeppa di alimenti sonnecchianti dentro la dispensa, pronti a fare il loro “super-lavoro” da super eroi, ma con calma, con molta calma…visto che non hanno tanta voglia di spostarsi. Si è soliti indicare con il nome super cibi alcune piante con elevato contenuto nutrizionale, funghi esotici, tuberi o radici provenienti dall’altro capo del mondo, alghe provenienti da mari e laghi lontani, bacche e frutti ancora più esotiche, magari rintracciabili in polvere o essiccate.
Sono sicuro del loro valore nutrizionale elevato, ma siamo certi di riuscire ad organizzarvi il pranzo o la cena per nutrire al meglio il nostro corpo ed il nostro spirito?
Nell’ambito alimentare e nutrizionale i fattori coinvolti e le interazioni tra i cibi, anche in relazione alle capacità “protettive” di un determinato alimento nei confronti di questa o di quella patologia, sono così molteplici e variegati che non si può pensare ai Supercibi se non in maniera “corale”.
Il super cibo: ecco i requisiti per riconoscerlo
Per questi motivi penso che un “Super-cibo” possa essere così definito quando risponde a determinati requisiti: i super cibi sono quegli alimenti ad elevato contenuto nutrizionale che insieme e coralmente, come in un’orchestra sinfonica, consentono a chiunque, nella propria quotidianità, con semplicità d’uso e facilità di reperimento sul mercato, di realizzare un’alimentazione gustosa, variegata e nutriente in modo da creare nel nostro organismo un ambiente favorevole al perseguimento ed al mantenimento della salute e del benessere ed ostile allo sviluppo di qualsivoglia patologia, acuta o cronica che sia. La facilità di reperimento sul mercato e la loro disponibilità giocano un ruolo fondamentale, infatti se parliamo di “Km zero” vuol dire che stiamo cercando di interpretare l’alimentazione e la nutrizione come eventi non solo biochimici, ma espressione della cultura caratteristica di un certo luogo geografico e dei suoi abitanti.
Non tutto il Km 0 va bene…
Non vorrei si cadesse nell’errore di scambiare tutto ciò che viene etichettato come “Km zero” come buono ed apprezzabile, infatti molti cibi sono reperibili a breve distanza dalla loro origine, ma questo non può essere un valido sigillo a garanzia del fatto che ci possano alimentare e nutrire in modo corretto e benefico. Occorre dunque tenere ampio il senso delle definizioni senza mai ricadere e rinchiudersi nella rigidità stipata che una “targhetta” può dare. Ne sono fulgidi esempi altre tipologie di definizione per esempio “biologico”.
Non tutti gli alimenti proposti sul mercato come tali, pur rispettando alla lettera il “disciplinare biologico” e dunque fregiandosi a pieno titolo di questa definizione, possono definirsi cibi adatti all’alimentazione umana nel modo sano e nutriente che siamo abituati a considerare. È dunque importante ribadire il concetto che “Km zero” vuole essere uno stimolo a porre l’attenzione sul fatto che cibi, anche prodotti industrialmente, non passino attraverso fasi produttive magari svolte in stabilimenti dislocati anche a migliaia di km di distanza fra loro prima di arrivare al prodotto finito. Ma adesso spalanchiamo la nostra credenza e andiamo a risvegliare i nostri super eroi sonnecchianti, potendoli cosi scoprire uno per uno alla luce del sole…